Provvisto di notevoli doti e di un naturale talento, Cancogni ha saputo coltivarli con studi appassionati dell’anatomia e del disegno classico. L’artista si dedica inoltre alla scultura, un amore antico e profondo trasmessogli dal padre, anch’egli scultore.
Passato attraverso vari cicli tematici, dal surreale ad un naturalismo di impronta caravaggesca, Cancogni approda oggi a quegli interessi di forma-luce-colore cari alla cultura dell’arte.
L’osservazione della realtà ambientale è parte dell’esperienza quotidiana nella pittura di Agostino Cancogni, ed è certo che si possa parlare di una vera e propria forma di intimismo, nel momento in cui l’artista si raccoglie in se stesso coltivando a lungo le sue segrete emozioni che nascono dal contatto con le cose e le forme che gli sono famigliari. I soggetti sgorgano dalla memoria, che agisce come filtro attraverso sovrimpressioni o riflessi in un recupero dell’immagine reale meditato però dal ricordo.
Nascono così i suoi paesaggi toscani, le nature morte con fiori secchi ed altri piccoli oggetti dell’attorno domestico, portoni antichi, che hanno addosso le ferite del tempo passato ma che sono animati da una calda luce che dà loro ancora vigore di esistere. La pittura è sempre molto accurata e mantiene una sorprendente leggerezza di esecuzione, mentre pochi elementi emergenti sensibilizzano gli spazi calibrati e conclusi delle composizioni.
I paesaggi dell’anima
Agostino Cancogni è certamente uno degli artisti contemporanei che meglio hanno saputo dare un’interpretazione fra le più suggestive del paesaggio toscano, in particolare della Versilia, microcosmo da sempre fonte di ispirazione per molti poeti ed artisti, primo fra tutti Gabriele D’Annunzio.
Immagini, suoni, sentimenti di un luogo ben conosciuto da Cancogni – nato e cresciuto a Forte dei Marmi – che partendo dall’osservazione profonda e meditata del paesaggio unge a rievocare con delicato lirismo i campi, i fiori, il mare nel “cerchio magico dei ricordi” fra le Apuane e “Mare Nostrum”. E proprio nella rappresentazione del mare Cancogni pare aver raggiunto lo zenith della propria produzione artistica. Le sue marine, rievocano memorie, malinconie, umori, mostrano il litorale della Versilia nell’incanto di un mattino assolato o di uno struggente tramonto, richiamano i delicati profumi del mare, della macchia mediterranea, dei mucchi di conchiglie e canne spezzate nella sabbia umida.
Un pittore che, partendo dalla rappresentazione della realtà oggettiva giunge ad esprimere una visione del tutto personale, sintetizzata nell’equilibrio formale della composizione, nella sorvegliata dialettica fra disegno e colore, nella capacità di resa mimetica, entro un insieme armonico.
Come nella pittura dei Romantici paesaggio naturale e paesaggio interiore coincidono nella tensione verso l’infinito. Cancogni riesce a comprendere lo spirito della natura e a ricrearlo in tutta la sua purezza, proiettandoci nelle calme ed allo stesso tempo vibranti profondità dell’anima
www.assoadriatica.it